Grande Torino e presidenti nei nomi degli stadi di B

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brunetto_7
view post Posted on 13/2/2009, 22:10




Gli impianti di Brescia, Mantova e Vicenza sono dedicati a tre calciatori morti a Superga. Cittadella omaggia Tombolato, giovane portiere morto in campo a 18 anni. Pisa, Piacenza, Parma e Ascoli omaggiano i loro ex patron

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MILANO, 14 febbraio 2009 - Dopo la prima puntata, torna la breve storia dei personaggi a cui sono intitolati gli stadi di calcio in Italia. Stavolta scendiamo di categoria, analizzando quelli di Serie B.

GRANDE TORINO - "Bacigalupo, Ballarin, Maroso": iniziava così, salvo infortuni, la formazione-tipo del Grande Torino, da molti ritenuta la squadra più forte di sempre. Almeno, in Italia. Cinque scudetti consecutivi dal 1943 al 1949, prima della tragedia di Superga, in cui morirono quasi tutti i giocatori e lo staff tecnico granata. Più tre giornalisti al seguito. Tra le vittime dello schianto aereo, Mario Rigamonti, Danilo Martelli e Romeo Menti. A loro sono rispettivamente intitolati gli stadi di Brescia, Mantova e Vicenza. Tre giocatori, tre ruoli differenti. Il roccioso Rigamonti, difensore centrale e terrore degli attaccanti avversari, aveva la passione per le moto di grossa cilindrata, con tutti gli annessi e i connessi; il duttile Martelli, prima riserva in mediana, abile anche a spostarsi sulla linea dei difensori (a sinistra) e discreto cantante, per hobby; il mite e malinconico Menti, ala sinistra che parlava poco, ma che faceva delirare il pubblico con le sue punizioni. Fu suo l'ultimo gol del Grande Torino, in quella maledetta trasferta di Lisbona.
IL PORTIERE CHE PIACEVA AL PARON - Ex calciatori, una categoria che ritorna spesso nei nomi degli stadi. A Grosseto e ad Empoli hanno voluto celebrare due bandiere del passato: due attaccanti dal gol facile (per non dire facilissimo), come Carlo Zecchini e Carlo Castellani. Quest'ultimo morì deportato nel campo di concentramento nazista di Mathausen, nel 1944. Non ebbe una carriera altrettanto lunga Piercesare Tombolato: nel 1957 il promettentissimo portiere 18enne del Cittadella (che gli ha, appunto, dedicato lo stadio), morì a causa di uno scontro terrificante con un giocatore del Padova, durante un derby. Ad assistere a quella partita c'era anche Nereo Rocco, allora allenatore del Padova. Dicono i bene informati che il "Paròn" volesse portare Tombolato alla sua corte. Ma il destino decise diversamente. Rocco, in compenso, è stato omaggiato dalla sua Trieste, che gli ha intitolato lo stadio: così come Livorno con Armando Picchi. Che prima di diventare il capitano della Grande Inter di Helenio Herrera aveva giocato nella squadra della sua città. E da mezz'ala, non da libero.
TARZAN MANCATO - Il primo Tarzan avrebbe dovuto essere interpretato da un italiano. Nella storia del cinema entrò il nuotatore statunitense Johnny Weissmuller; ma il ruolo, in origine, era stato assegnato a un riminese che ai Giochi Olimpici di Los Angeles nel 1932 aveva stupito tutti. Dopo l'argento, quattro anni prima, ad Amsterdam. Tre ori nella ginnastica artistica: concorso individuale, a squadre e alle parallele. Il nome di questo fenomeno? Romeo Neri. Sì, proprio lui, a cui è intitolato lo stadio del Rimini. Non accettò il ruolo di Tarzan perché troppo affezionato alla sua terra. Una terra che, qualche chilometro più in su, aveva già prodotto un pluri-medagliato olimpico nella ginnastica: Alberto Braglia. Tre ori anche per lui, uno a Londra nel 1908 e due a Stoccolma 1912. Curiosità vuole che Braglia (a cui è dedicato lo stadio di Modena) fu tra i maestri di Romeo Neri. E chi era il capitano di quell'Italia oro a Los Angeles con il riminese protagonista? Esatto, il buon Alberto.
PRESIDENTI - Non potevano mancare in B stadi dedicati a santi (Nicola), impianti comunali (quello di Frosinone, detto "Matusa" perché è del 1932) e intitolati a presidenti. Romeo Anconetani è sicuramente il più conosciuto: l'ex massimo dirigente del Pisa, l'uomo che spargeva il sale nello stadio prima delle partite. Leonardo Garilli è stato l'uomo che ha portato il Piacenza dalla C-2 alla A, con molte soddisfazioni. Ennio Tardini, avvocato, diventò presidente del Parma; e si adoperò in lungo e in largo per trovare qualcuno che costruisse uno stadio in città. Ci riuscì, dopo una dura battaglia. Ma non vide l'opera compiuta, perché morì qualche mese prima del completamento dell'impianto. Destino beffardo, ma riconoscente. Visto che quello stadio da allora porta il suo nome. Infine, Cino e Lillo del Duca: due fratelli imprenditori marchigiani. Dei due, il più "in vista" è stato Cino, che all'anagrafe faceva Pacifico. Fu socio fondatore del quotidiano "Il Giorno" e lavorò soprattutto in Francia. Morto a Parigi, è sepolto al cimitero Père Lachaise, non lontano dalle tombe di Jim Morrison, Marcel Proust, Oscar Wilde e Maria Callas. Lo stadio di Ascoli porta il suo nome e quello del fratello, che furono presidenti onorari del club negli anni Cinquanta.
PRINCIPE DI SALERNO - Rimangono fuori ancora il Conero (Ancona, dal nome del monte che troneggia sopra lo stadio), l'Atleti Azzurri d'Italia (AlbinoLeffe) e il Partenio (Avellino, destinato a diventare l'Adriano Lombardi in memoria dell'ex capitano della squadra, scomparso un anno fa a causa della Sla). Il Sassuolo gioca al Braglia di Modena perché l'Enzo Ricci (intitolato all'ex medico sociale del club, tra l'altro discreto schermidore) è in fase di ampliamento. Chiudiamo questa carrellata con un principe. Sì, avete letto bene. C'è uno stadio di B dedicato a un uomo di sangue blu: Arechi II, longobardo, dal 774 al 787 stabilì la reggia a Salerno. Ricevette anche il titolo di duca di Benevento. La Salernitana gioca, dunque, in un impianto "nobile".
 
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ikebanacka
view post Posted on 7/6/2009, 00:13




Ma che c'entra con la motogp?
 
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1 replies since 13/2/2009, 22:10   592 views
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